Il Municipio di Genola trova la sua onorata collocazione nel settecentesco Palazzo dei Marchedi di San Vitale, Conti di Genola e Marchesi di Ceva. Nonostante i numerosi lavori ad inizio del novecento di ristrutturazione e di adattamento per la nuova funzione atta ad ospitare il Municipio del paese, gli interni hanno mantenuto alcuni dettagli architettonici dell’originario palazzo nobiliare, ampi saloni, scaloni, un grazioso loggiato e un cortile interno.

Al piano terra trova collocazione il famosissimo forno comunale, dove ogni anno per tutto il mese di maggio in occasione della festa patronale di San Marziano, un gruppo di volontari alimenta e tiene acceso il fuoco. A rotazione ogni famiglia residente a Genola ha diritto ad infornare le proprie Quaquare, biscotto tradizionale del paese la cui ricetta ancora oggi viene tramandata segretamente di madre in figlia, rendendo unico questo dolce.

Nel loggiato al piano superiore del Municipio si trova esposto ad una parete un pregevolissimo affresco risalente al millequattrocento. Si tratta di una Crocifissione di autore sconosciuto. Seppur si siano salvati soltanto alcuni frammenti, risultano di grande impatto e ben riconoscibili i personaggi della Madonna e di san Giovanni, la folla di soldati armati, i cavalli bardati, i copricapi e i vestiti tipici della moda quattrocentesca, i due ladroni, i volti grotteschi, un diavolo intento ad estrarre l’anima dalla gola del ladrone cattivo, una città fortificata sullo sfondo. L’affresco venne ritrovato all’interno di una abitazione privata nel 1982 durante alcuni lavori di sistemazione e salvato con la delicata tecnica dello stacco per essere restaurato, collocato su supporto e conservato. La casa dove è stato scoperto l’affresco faceva probabilmente parte della Confraternita dei Disciplinati e occupava la parete di levante della cappella a cui era appoggiato l’altare maggiore.